La sedia di Shakespeare e la principessa polacca

La sedia di Shakespeare e la principessa polacca

Collaboratrice: Nicola J. Watson

Ubicazione: Il museo Principessa Czartoryski, Kraców, Polonia

Descrizione: Questa sedia fa parte delle collezioni originali del museo Principessa Czartoryski (che dal dicembre 2016 fa parte del museo nazionale di Polonia). E’ distintamente una sedia del diciottesimo secolo. I piedini sono artigli di leone, i braccioli sono serpenti di metallo, e il dorso ha un ornamento peculiare e costoso, una lira aurea. Sopra di questo, un’iscrizione in latino segna ‘La sedia di William Shakespeare’. A prima vista, sembra del tutto improbabile; nonostante, il dorso della sedia cela una sorpresa. Se si apre una porta incardinata, si trovano dentro i resti di una sedia molto più vecchia, seppeliti con riverenza in questo guscio esterno. Questo è ciò che rimane di una delle ‘sedie di Shakespeare’. La storia di come viaggiò dal luogo di nascita di Shakespeare, Stratford-upon-Avon, a Kraców, descrive in scala ridotta l’importanza di Shakespeare per l’Europa degli anni 1790, come un esempio tanto degli ideali dell’Illuminismo quanto le mentalità romantiche.

Fu il giubileo di Shakespeare di David Garrick nel 1769 che ha reso Stratford famoso ai turisti. Il luogo di nascita divenne il pezzo forte del culto turistico di Shakespeare per la prima volta e ne seguì una sorta di boom di turisti. Come Signora Hart, a quell’epoca l’inquilina del Luogo di nascita, disse all’onorabile John Bying nel 1871 mentre gli mostrava <la sedia vecchia di Shakespeare>: <E’ stata tramandata con cautela dalla nostra famiglia, ma la gente non ne avevano una grande impressione fino a dopo il giubileo, e guarda adesso i pezzi che ne hanno tolti, e anche dal pavimento della camera! (Fogg, p. 104). Capendo l’antifona, John Byng colse l’attimo e con fretta si appropriò del rinforzo basso della sedia.

Esponevano la sedia di Shakespeare nella cucina del Luogo di nascita per gli anni 1780 e 1790. La Picturesque Views on the Upper, or Warwickshire Avon (1795) (Belvederi all’alto, o Warwickshire Avon) di Samuel Ireland includeva un’incisione di ‘la cucina della casa di Shakespeare’ la quale illustra questa sedia in situ. Potremmo misurare un po’ del significato immaginativo di questa sedia con la A Tour from Dublin to London (1796) (Un viaggio da Dublino a Londra) di John Ferrar. Mary Hornby fece far un giro a quest’ultimo e il suo amico del Luogo di nascita, la quale <shewed us [Shakespeare’s] pedigree in manuscript> (<ci ha mostrato la genealogia [di Shakespeare] in manoscritto>) e dopo <we had the supreme satisfaction of handling the old painting box and pencils of our immortal bard. We also got some of his mulberry tree, and his chair is preserved in the chimney corner. Henry sat down in it and received such inspiration, that we know not what will be the consequence, for he has been writing on every opportunity since> (<abbiamo avuto la gran soddisfazione di toccare la scatola vecchia di pittura e le matite del nostro bardo immortale. Abbiamo anche preso un po’ del suo moro, e la sua sedia si conserva nell’angolo del camino. Henry se n’è seduto e ha ricevuto tanta ispirazione, che non possiamo dire con certezza cosa ne sarà la conseguenza, dato che lui ora scrive a ogni momento.>) (Ferrar, p. 38)

Il tono scherzoso di Ferrar si risuona e viene amplificato nel racconto dello statounitense Washington Irving della sua visita nel 1815, quando ne fece il suo giro:

<L’obietto di curiosità più preferito, nonostante, è la sedia di Shakespeare. Si trova nell’angolino del camino di una camera piccola e scura… è consuetudine che ogni persona che visiti questa casa si sieda su questa sedia: se lo fanno con la speranza di assorbire l’ispirazione del bardo non potrei dire, semplicemente faccio cenno al fatto; e la mia ospite m’ha garantito privatamente che, benché sia di quercia solida, lo zelo fervente dei devoti era così forte che dovevano ricambiare la parte bassa ogni tre anni. E’ anche degno di attenzione, nella storia di questa sedia straordinaria, che prenda qualcosa della natura instabile della Santa Casa di Loreto, o la sedia volante del mago arabo; perché sebbene la vendessero a una principessa del nord e l’avesse per qualche anno, mirabile dictu, ha potuto incontrare la via del ritorno al vecchio angolo del camino… (Irving, pp. 34-5)

La sedia originale era infatti andata via molto tempo fa. Nell’estate del 1790, la principessa polacca Izabela Dorota Czartoryska, nata Flemming (1746-1835), un’aristocratica, patrona, scrittrice, giardiniere paesaggista, e collezionista d’arte, si presentò a Stratford come parte del suo viaggio di Inghilterra e Scozia. Scrisse le sue osservazioni nel suo quaderno di viaggio, che adesso si conserva in forma manoscritto nella biblioteca Principessa Czartoryski a Kraców. Si procurò anche di parecchi souvenir, compresi i resti della ‘sedia di Shakespeare’ da gente come John Byng e altri appasionati, ma sembra di avere risparmiato le gambe, le quali apparentemente lasciasse come una concessione all’angoscia emotiva o commerciale della figlia di Mary Hornby. Segnando la somma, in quei tempi enorme, di £300, la Principessa portò la sedia a Polonia, la fece mettere in questo quasi reliquiario e la installò nel suo giardino pianificato di stile inglese a Pulawy, ciò era uno dei più importanti punti d’incontro intelletuali e politici dell’epoca. Qui, la sedia svolgeva la funzione di uno dei tesori di una collezione ampia che alla fine sarebbe diventata il primo museo polacco.

Non sappiamo se la principessa concepisse l’idea mentre viaggiava per Gran Bretagna; l’idea di fare un tipo di museo in Polonia ispirato dal British Museum fu proposta prima 1775 (Treasures, p.8). Per 1795, dopo la cancellazione di Polonia dalla mapa di Europa, questo sogno dell’Illuminism era diventato impossibile. Le due collezioni che la Principessa creò negli anni 1790 erano principalmente romantiche nel loro doppio senso di patos e nazione. La prima collezione raccolse la memorabilia di polacchi illustri, compreso il partigiano Taduesz Kościusko, esibendola nel 1801 nel ‘Templo della memoria’, una copia del templo della sibilla. L’obiettivo della collezione era di ‘sostenere lo spirito libero nell’epoca di schiavitù e di promuovere la comprensione della storia come un’indicazione della liberazione del paese’ (Treasures, p.8). La sedia di Shakespeare faceva parte delle collezioni della Casa gotica, che aprirono nel 1809. Questo secondo edificio era dedicato ai notevoli eventi e personaggi europei, e la sedia di Shakespere si esibiva qui con, inter alia, dei rammi di Troia, un frammento di una pietra di Stonehenge, dei mattoni dal Bastille, un ricciolo dei capelli di Napoleon da S. Helena, delle sedie che appartevano a Jean-Jacques Rousseau e Voltaire, la maschera mortuaria di Issac newton, i presunti resti di Héloïse e Abelard, e la sciabola da abbordaggio di Captain Cook (si consulti il manoscritto della collezione originale). Un’iscrizione nella legenda identificò la principessa con Didone, la quale, fuggendo da Tiro, conservò i suoi tesori (Treasures, p.17).

L’intervento della principessa rimodellò una sedia vecchia e solida, ma ordinaria, in una sedia degna di un genio, ornandola con una lira e un nome. Poi trasferì la sedia per installare Shakespeare in un pantheon europeo. Alla fine, la immaginarono come evocativa di un passato ‘gotico’, come la fondazione del romanticismo nazionale. Quindi, una sedia che iniziò certificando Shakespeare come un centro per il già emergente nazionalismo britannico romantico a Stratford, arrivò all’altro lato di Europa, dove descriveva Shakespeare prima di tutto come un tesoro dell’Illuminismo internazionale, e poi, quando il Commonwealth di Polonia e Lituania, dopo essere stato uno degli stati più grandi di Europa, fu diviso fra Prussia, Russia e Austria nel 1794, divenne un obietto di speranza per la possibilità romantica di creare una nazione di Polonia. Per il 1801, alla fine, la casa di campagna della principessa si trovava in territorio russo, e quindi Shakespeare svolgeva la funzione di rammentare il futuro potenziale di Polonia come una nazione indipendente.

Data: circa 1640, anche circa 1790

Creatore: sconosciuto

Soggetto: William Shakespeare, Izabela Dorota Czartoryska

Dritti di Media: dritti di autore Nicola Watson, permesso per fotografia dal Museo Principessa Czartoryski, Kraców.

Tipo di Oggetto: mobile

Formato: legno e metallo comune

Lingua: Latino

Editore: Museo di Principessa Czartoryski, Museo Nazionale di polonia

Fonti

Ferrar, John, A Tour from Dublin to London in 1795: through the Isle of Anglesea, Bangor, Conway … and Kensington (Dublin, 1796).

Fogg, Nicholas, Stratford-upon-Avon: The Biography (Stroud: Amberley, 2014).

Guide to the Memorabilia preserved in the Gothic House in Puƚawy (Warsaw, 1828)

Hodge, Nicholas, ‘What the sale of the Czartoryski collections says about Poland today’ Apollo Magazine, 27 Feb 2017 https://www.apollo-magazine.com/sale-czartoryski-collection-says-poland-today

Ireland, Samuel, Picturesque Views on the Upper, or Warwickshire Avon (London, 1795).

Irving, Washington, ‘Stratford-upon-Avon’, from “The Sketchbook” of Washington Irving, with Notes and Original Illustrations, eds. Richard Savage and William Salt Brassington (Stratford-upon-Avon: Shakespeare Quiney Press, 1920) pp.34-35. Originally published as part of The Sketchbook of Geoffrey Crayon…, Seventh instalment, September 13 (1820).

Treasures: The Princes Czartoryski Collection (Muzeum Narodowe W Karkowie, 2017)