Il calamaio di Petrarca

Il calamaio di Petrarca

Autore: Nicola J. Watson

Luogo: Sconosciuto

Descrizione: A febbraio del 2008, questo oggetto è stato messo all’asta in occasione di una vendita di oggetti selezionati di Clothall House, Hertfordshire, e di oggetti provenienti dall’Hotel The Savoy gestito da Bonhams Auctioneers di Londra. Il catalogo dell’asta lo descriveva come “un souvenir del Grand Tour europeo, XIX secolo, in bronzo dorato, fatto su modello del calamaio di Petrarca”. Viene venduto per 60 sterline ad un collezionista privato, una cifra che registra un calo catastrofico del suo significato culturale dal momento della sua produzione – a cavallo tra la prima metà dell’Ottocento, quando la fama del Petrarca era in piena espansione, e gli anni Settanta del XIX secolo, quando tali oggetti venivano prodotti in serie. All’inizio del secolo, un oggetto del genere sarebbe stato realizzato su commissione speciale per descrivere un’affinità intellettuale o sentimentale. Nell’intermediazione e nel rendere visibile una conversazione immaginaria tra i morti e i vivi, il “calamaio del Petrarca” è stato uno dei numerosi calamai che ha costruito una nozione transnazionale della posterità romantica.

La descrizione completa di Bonham contiene ulteriori dettagli: “coperchio decorato con un cupido seduto, inscritto nella parte inferiore ‘PETRARCH’S INKSTAND’ [IL CALAMAIO DI PETRARCA] e una poesia lunga dieci righe a seguire – ‘By beauty won from soft Italia’s land’ [Vinto per bellezza nella soffice terra d’Italia]-, che racchiude un calamaio in ottone dorato, il corpo sferico è intervallato da maschere, poggia su tre supporti a zampa, alto 17 cm”. Un catalogo di una precedente asta, tenutasi da Christie a Londra nel luglio 1996, descrive un oggetto molto simile, suggerendo che ce n’erano altri in circolazione, anche se questo era montato su una base di “marmo rosso Levanto”.

Il primo turista ad annotare d’aver visto un calamaio esposto nella casa di Petrarca ad Arquà è il poeta Samuel Rogers (1763-1855), nel suo diario del 24 ottobre 1814. La sua tardiva apparizione nello studio di Petrarca come spettacolo turistico testimonia l’accresciuta celebrità della scrivania, della sedia e dei mobili da scrivania dello scrittore nel periodo romantico. Questi oggetti, presi all’unisono, hanno messo in scena una creazione fantasiosa, proiettando il tempo passato nel presente e creando così una nuova immediata intimità tra lo scrittore morto e l’ammiratore vivo. La celebrità del “calamaio di Petrarca” può quindi essere affiancata a quella del “calamaio di Ariosto”. Una precisa rappresentazione di questo apparve (insieme ad un’immagine della sedia di Ariosto) come frontespizio della traduzione dell’Orlando Furioso del 1783 di John Hoole. Questo calamaio è un articolo sostanzialmente più elaborato, ma iconograficamente molto simile. Cupido vi si siede sopra, portando un arco e con il dito sulle labbra, e il calamaio è sostenuto da una serie di sfingi molto prosperose.

L’oggetto venduto da Bonham è chiaramente una versione del modello del calamaio posseduto della romanziera Maria Edgeworth (1768-1849). Si tratta di una delle tre copie, fuse in bronzo, commissionate dalla Edgeworth seguendo un disegno realizzato da lei stessa durante i suoi viaggi in Italia nel 1818 circa. Due furono donate a dame di sua conoscenza e la terza fu illustrata nel frontespizio del terzo volume di Everyday Book and Table-Book di William Hone (1827), forse su suggerimento di Leigh Hunt, che apparentemente possedeva un’ulteriore replica. A seguire le linee iscritte alla dell’oggetto dalla stessa Edgeworth:

By beauty won from soft Italia’s land,
Here Cupid, Petrarch’s Cupid, takes his stand.
Arch suppliant, welcome to thy favourite isle,
Close thy spread wings, and rest thee here awhile;
Still the true heart with kindred strains inspire,
Breathe all a poet’s softness, all his fire;
But if the perjur’d knight approach this fount,
Forbid the words to come as they were wont,
Forbid the ink to flow, the pen to write,
And send the false one baffled from thy sight.

[Vinto per bellezza nella soffice terra d’Italia,
Qui Cupido, il Cupido di Petrarca, vi si adagia.
Arciere supplicante, benvenuto sull’isola di cu sei amante,
Chiudi ali tue spiegate e riposa qui per un istante;
Il cuore puro ancor con simil melodie ispira,
la dolcezza del poeta, tutto il suo ardore respira;
Ma se il cavaliere bugiardo s’avvicina al fonte,
Blocca l’arrivo delle parole tanto volute,
Blocca il nero dell’inchiostro, lo scrivere in celerità,
Allontana dai tuoi occhi tanta falsità.]

I versi affermano che il Cupido di Petrarca è stato convinto a lasciare l’Italia per l’Irlanda, delineano in parte il fascino che Petrarca esercitava sui contemporanei romantici (la “dolcezza” e “l’ardore” della sua poesia d’amore) e immaginano il calamaio come fonte di ispirazione per lo scrittore contemporaneo “affine”; anche se ciò che sembra essere proiettato qui è molto domestico, la scrittura di lettere d’amore private.

La logica della trasposizione transnazionale dell’ispirazione materializzata dal calamaio (sia esso autentico o una replica) si è rivelata ripetibile anche oltre i confini nazionali, solitamente in maniera molto più grandiosa. Non è stato un caso che col tempo Samuel Rogers sia venuto in possesso di una replica del calamaio di Petrarca in argento, dono di Lord Grenville, che andò ad aggiungersi alla scrivania di Joseph Addison e al calamaio di Ariosto, entrambi facenti parte della famosa collezione di Rogers. Anche questo oggetto viene accompagnato da un testo in regalo, in questo caso da tre versi in latino di Grenville. Una dichiarazione altrettanto maestosa sul passaggio poetico sarebbe stata fatta sui calamai degli scrittori romantici che alla fine trovarono casa sulla scrivania del poeta americano Henry Wadsworth Longfellow (1807-1882) a Brattle St, Cambridge, MA:

Il vecchio scrittoio pieghevole su cui il poeta scriveva è aperto sul tavolo davanti alla sua sedia. Lì… c’è la penna d’oca che era solito usare e tre dei suoi calamai. Uno è un calamaio francese verde… Un altro porta la scritta “Saml Taylor Coleridge: il suo calamaio” e accanto c’è una lettera di Longfellow che ringrazia i suoi amici inglesi per avergli donato questo calamaio, usato da Coleridge per scrivere Il tempo dell’antico marinaio. Il terzo calamaio appartenne in successione a tre poeti: il poeta inglese George Crabbe, il poeta irlandese Tom Moore e il poeta americano Longfellow.

Data: inizio-metà del XIX secolo

Creatore: sconosciuto

Oggetto: Francesco Petrarca

Tipo di oggetto: calamaio

Formato: bronzo dorato

Lingua: Italiano

Editore: Fotografia pubblicata nel catalogo online di Bonham, https://www.bonhams.com/auctions/15773/lot/241/